9 Maggio ’78

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Forte il bagliore lumeggiava
la calda notte di Maggio
e un rumore assordante
travolse la vallata.

Straziante l’urlo acuto
di chi si scelse la sorte
fece fuggire le granivore quaglie
e la vallata ammutolì.

Che morte incompiuta
quando si è già fatto troppo
e troppe cose s’han da fare,
quand’è ancora giorno.

Il vento soffiò forte
come di rado usava fare
e l’urlo proseguì in silenzio
e ridestò la vallata.

Ancora oggi, tornando lì,
tra le pietre ed il mare
dell’assolata Sicilia,
lo si può ascoltare,

l’urlo di chi con decisione
scelse di morire
tra le braccia della libertà
e vivere per sempre.

3 pensieri su “9 Maggio ’78

  1. bella e coinvolgente vena poetica, che ritrovo limpida nei testi pubblicati. I racconti si snodano felicemente e lasciano intravedere una eccezionale capacità di comunicare pensieri ed emozioni. Anch’io penso che le cicale siano noiose, a parte che in ognuno di noi si nasconde forse…. una cicala. Qui in Sicilia ancora cantano, nonostante il maltempo altalenante. Buona domenica.

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